Enrico Ruggeri

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Sintetica presentazione personale:

Sono nato nel 1969 in un piccolo paese dell’operosa provincia bergamasca. Ho frequentato la scuola dell’obbligo e poi l’infausta decisione di frequentare l’ITIS mi porta ad abbandonare gli studi dopo 3 anni e mezzo di frequentazione. Nello stesso periodo comincio a bazzicare l’ambiente musicale, prima come pseudocantante in una formazione thrash metal e successivamente come musicista da cameretta dove imbastisco le mie prime composizioni in ambito industrial metal. Pochi anni dopo formo gli Hogwash, di cui divengo principale compositore e produttore, pubblico diversi dischi e viaggio nel nord Italia per svariati concerti. Dopo quindici anni sciolgo gli Hogwash e qualche anno dopo mi rimetto in gioco con nuove musiche esplorando inediti (per me) territori sonori.

Cosa ti spinge ad esprimerti attraverso forme artistiche? (emozioni, pensieri o azioni)

Tralascio di parlare della fotografia che ho momentaneamente abbandonato e…

Lo faccio fin da quando avevo 15 anni, prima in tante declinazioni della musica rock e poi con l’elettronica e la musica ambient sempre in cerca di nuove modalità espressive. Il disegno e la pittura erano latenti ma fino ad un certo punto non ho mai canalizzato lì le mie urgenze.

Parallelamente alla formazione degli Hogwash avvio la mia attività lavorativa in ambito tessile (ricamo) dove fortunosamente trovano sfogo due mie passioni: il disegno e i computer. L’attività nei primi 15 anni prevede un forte apporto manuale ed è lì che maturo la mia dimestichezza col disegno in un ibrido tra disegno tecnico e artistico.  Quando il lavoro traslerà completamente nel dominio digitale saranno queste competenze, così fortemente consolidate, a mancarmi perchè il mio lavoro così si spoglierà della manualità e della sistematicità nel disegno che ero abituato ad impiegare quotidianamente. Per questo motivo comincio ad avere un’urgenza inespressa e inizio a disegnare e dipingere per soddisfare innanzitutto la mia necessità di tenere in mano una matita. Il mio approccio non è né accademico né troppo metodico, mi affascina apprendere qualche rudimento di tecniche pittoriche e poi provare a vedere “cosa succede”. Non sempre funziona ma anche in quel caso imparo comunque qualcosa che mi permette di migliorarmi costantemente.

Che messaggi intendi offrire e a chi?

Nessun messaggio, anzi no il mio messaggio per l’umanità è: “CASTORO”.

Le mie opere aspirano a rifuggere l’ovvio e ad offrire una esperienza visiva straniante. Mi piacciono i paradossi, le torsioni del senso, i torsoli, le tondeggianti colline quadrate e “l’azzurro visto da dietro” (cit).

4 opere che ritieni ti rappresentino e breve introduzione o presentazione

Le mie immagini non mi rappresentano, a volte ci ritrovo certi abissi che abitano i miei incubi ma non credo che questo sia particolarmente significativo. E’ un po’ come leggere l’oroscopo trovando alcune attinenze alla tua giornata e dire: “hey ma è vero!” dimenticandosi di tutte le altre cose che non c’entrano niente.

 

Ecco le quattro opere:

Questo è uno dei primi disegni che ho fatto con l’uniposca. Per me è rappresentativo perché già intravedo quello che più avanti avrei fatto con i pastelli ad olio. Non ha titolo ed è del 2016.

  uniposca on cardboard - 2016

Questo invece è uno dei primi esperimenti con i pastelli ad olio. E’ uno della mia serie “infernale” dove nei titoli mi diverto a prendere in giro i vizi e le storture della società moderna. Naturalmente i titoli non hanno nessuna attinenza con le opere se non per il fatto che i quadri hanno atmosfere che evocano scenari infernali.

Averno n. 16  in cima ai gironi  (acrilico e pastelli a olio su carta)

Mano a mano la mia tecnica si affina e comincio a produrre dipinti sempre più dettagliati, la mia urgenza si trasforma in compulsione riducendo sempre più il calibro delle linee. Rigore e ricerca di ordine nel caos di una materia malleabile come i pastelli prendono il sopravvento.

Those Who Favor Fire  oil pastels on paper (22x29 cm)

Il passo successivo è l’introduzione dei colori a olio e del fondo fatto col gesso, due elementi che aggiungono profondità e lucentezza ai colori. Non ho ancora ben capito come usarli e mi capita di distruggere opere malriuscite. Questo è uno di quelli venuti bene ma non ricordo bene come ho fatto e mi toccherà sperimentare ancora per tanto tempo.

   Dogmata      acrilic, oil pastels and oil paint on paper     (40x28,5 cm)

Dove vederti o trovarti

Mai fatto mostre e non sono presente in nessuna galleria d’arte. Le opere si possono guardare sul mio blog dove si trova anche buona parte della mia produzione fotografica/musicale/briochistica/castoroidale - qui il  link: BLOG BELLISSIMO - Oppure mi si può trovare su Facebook e interagire con me, sono un bravo ragazzo (giuro).

Messaggio di chiusura eventuale

In che senso eventuale? “Ah ciao, stavo passando di qui ed EVENTUALMENTE volevo dirti che..” etc etc.

Mi sa che non intendevi questo, vero? Allora il mio messaggio è: amate, sorridete più che potete, siate gentili e fate bene la raccolta differenziata separando gli imballi che contengono categorie diverse di materiali riciclabili, ma soprattutto amate. Ciao